Blue Period

Blue Period

Vi è mai capitato di sentire parlare di “Periodo Blu”? Se siete anche solo un minimo interessati all’arte del ’900, è inevitabile che il pensiero corra subito a Pablo Picasso, a quegli anni di introspezione, malinconia e ricerca di sé, in cui ogni pennellata sembra portare con sé il peso delle emozioni e dei silenzi interiori. Il blu non è solo un colore, ma un sentimento che avvolge la tela: uno specchio della solitudine, della fragilità e della profondità dell’animo umano. I suoi bellissimi quadri ci ricordano che la creazione artistica non nasce sempre dalla gioia e dall’abbondanza, ma spesso dall’osservazione attenta di ciò che ci inquieta, ci sfida o ci accompagna nelle notti più silenziose.

Esiste un’opera che cita questo momento della vita del pittore, non solo nei temi come la ricerca di sé, ma anche nel nome. Stiamo parlando di Blue Period, manga in cui questa stessa sensibilità trova una nuova voce: l’autrice Tsubasa Yamaguchi ci guida in un viaggio delicato e autentico attraverso la scoperta di sé e della propria passione. La creazione artistica diventa, come nella vita reale, uno strumento di introspezione, un mezzo per comprendere chi siamo, cosa ci muove e quali paure dobbiamo affrontare per trovare la nostra strada. Non è un percorso facile: chi si è mai cimentato in una qualsiasi forma espressiva sa che la bellezza nasce dalla tensione tra desiderio, dubbio e costante ricerca di significato. Il nostro protagonista, Yatora Yaguchi, affronta un cammino che molti di noi conoscono e hanno già vissuto, tra dubbi, sfide e scelte difficili, scoprendo che la crescita personale richiede impegno, resilienza e dedizione. A differenza di molti eroi dei manga, Yatora non è un talento innato, non ha poteri nascosti, non è un eletto, perché tutto ciò che raggiunge nasce dalla fatica, dalla strategia e dall’introspezione. La sua narrazione interna ci permette di comprendere cosa significhi davvero creare, smitizzando l’idea che il talento sia un dono naturale e mostrando invece quanto siano fondamentali l’allenamento costante e la passione autentica.

È interessante vedere come il manga stesso nasca da un percorso reale di formazione artistica: la sensei Yamaguchi ha frequentato la scuola d’arte sia alle superiori che all’università, laureandosi alla Tokyo University of Arts, la stessa che Yatora sogna di raggiungere e, sebbene si sia formata in pittura a olio, ha scelto di dedicarsi al manga, un medium che la appassionava da sempre. Una piccola curiosità è che, per rendere credibili le opere dei personaggi, la maestra utilizza una strategia interessante: raccoglie disegni e dipinti di amici, studenti e collaboratori, così che ogni tavola rifletta uno stile unico, come accade nella realtà di un laboratorio artistico. Tra le influenze della sensei troviamo autori come Anno Moyoco, Okazaki Kyoko e Matsumoto Taiyo, oppure manga letti in gioventù come Hunter x Hunter e Parasyte. Le sue esperienze di vita contribuiscono a rendere Blue Period una lettura autentica, emotivamente ricca e sorprendentemente realistica. In alcune interviste l’autrice ha annunciato che la storia continuerà oltre la laurea dei personaggi, esplorando non solo la creazione artistica ma anche il mondo che la circonda e le sfide dell’industria, trasformando la serie in un percorso lungo e intenso che ci permette di esplorare ogni sfaccettatura della vita di un artista.

Blue Period non è solo un manga sull’espressione creativa, ma un invito a guardarsi dentro, a sporcarsi le mani con i propri sogni, a confrontarsi con il fallimento e la paura di non essere all’altezza. È una storia che parla di crescita, ma anche di accettazione: del fatto che il percorso verso ciò che amiamo non è mai lineare, e che ogni colore, anche il più cupo, contribuisce a definire chi siamo. Ogni tavola, ogni dialogo, ogni silenzio racconta la fatica e la meraviglia del creare, ricordandoci che la vera bellezza non nasce dalla perfezione, ma dal coraggio di mettersi in gioco. In fondo, come il periodo blu di Picasso, Blue Period è un riflesso dell’animo umano, profondo, malinconico e vivo, un’opera che ci accompagna nel difficile, ma necessario e soddisfacente, viaggio verso la scoperta di noi stessi.

Se siete interessati ad approfondire, vi lascio il link al sommario di interviste che ho consultato: https://vasamoto.wordpress.com/2021/01/28/about-blue-periods-creator-yamaguchi-tsubasa/

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