
GAKU: MINNA NO YAMA
Quando chieserò a Irvine il perché volesse a tutti i costi, nel 1924, scalare il Chomolungma, più comunemente conosciuto come Everest, lui risposte semplicemente: "Because it's there" (perché è lì).
Questa frase, che per alcuni può sembrare sconclusionata o senza senso, è ancora oggi, a distanza di più di 100 anni, il motore che spinge molti alpinisti sulle vette di monti e montagne.
Nonostante questo senso di sfida, c'è un profondo amore per la natura e un rispetto unico per il luogo in cui ci si trova. Pur non essendoci un regolamento scritto esiste un'etica condivisa che possiamo esplorare comodamente sfogliando le pagine di Gaku: Minna no Yama (traducibile come "Picco: la montagna per tutti).
L'autore, Shinichi Ishizuka, ha due grandi passioni: il Jazz e la Montagna, non per niente è il padre di "Blue Giant".
La sua opera prima, Gaku, segue le vicende di Sanpo Shimazaki, un giovane ragazzo che ha dedicato la sua vita alla montagna. A differenza di altre opere incentrate sull'alpinismo, questa che oggi vado a proporvi non si concentra sulla sfida con se stessi o sul raggiungimento della vetta, anzi, il punto focale dell'opera è sicuramente l'altruismo e l'amore per un luogo che si considera la propria casa.
Sanpo è considerato uno specialista delle vette più elevate e, durante tutto il racconto, in qualità di membro volontario del soccorso Alpino, si prodiga per aiutare gli scalatori che, per sfortuna, non curanza o inesperienza, si ritrovano a fare i conti con la parte più crudele della montagna.
La struttura del manga è episodica, la narrazione avviene seguendo il nostro protagonista alle prese con delle missioni di salvataggio e la storia prosegue tramite i racconti dei malcapitati o di coloro che aspettano il ritorno dei propri cari.
Il manga ci trasmette un messaggio potente: la montagna è sempre lì che ci aspetta e Sanpo non rimprovera le persone che salva, anche se sono vittime dell'inesperienza, per lui è fondamentale coltivare il motivo che ha spinto queste persone a salire in quota.
Come un moderno Novecento di Baricco, anche Sanpo rifiuta l'idea di una vita "normale": Novecento non scende mai dalla sua nave non riuscendo a sopportare il mondo troppo vasto al di fuori, Sanpo rifiuta una vita nella società donando se stesso alla montagna in tutto e per tutto.
Se arriverete alle fine di questa storia, contenuta in 9 volumoni e redatta da J-Pop, vi accorgerete che non c'è una morale unica, un messaggio sdolcinato o un qualche tipo di perbenismo. È chiaro come Shinichi Ishizuka parli di un amore sconfinato per dei luoghi a lui stesso cari, ma riflette anche sull'importanza di conoscere sé stessi, i propri limiti e di non sottovalutare la natura, che può essere bella quanto crudele.