La Luna e l'Acciaio

La Luna e l'Acciaio

La storia antica, con le sue architetture, le sue tradizioni e culture è, in tutto il mondo considerata importante per capire a fondo le radici dei popoli moderni. Come noi, in Italia, abbiamo la storia romana, etrusca o i regni romano-barbarici, che ancora oggi plasmano le civiltà moderne attraverso festività e palii in cui si rievocano epoche molto lontane, in Giappone, allo stesso modo si celebrano rievocazioni soprattutto legate al periodo Edo. Alcune delle festività più importanti riguardano gli anni dal 1603 al 1868: Jidai Matsuri, Nikko Toshoku Grand Spring/Autumn Festival, sono solo alcuni dei nomi delle sfilate più importanti. Se mai qualcuno di noi avesse la fortuna di trovarsi a Kyoto potrebbe visitare il Toei Kyoto Studio Park, un vero e proprio parco a tema dove vengono girati i film storici (jidaigeki). Ma cos’è che accomuna tutta la storia giapponese e l’immaginario collettivo che all’estero ha preso piede grazie alla globalizzazione, al cinema, alle serie tv? I samurai.

Esistono milioni di opere letterarie, cinematografiche, fumettistiche, che parlano dell’epoca d’oro dei samurai, del bushido e dell’onore verso l’imperatore, solo per citarne alcune tra le più importanti: Vagabond, L’immortale, I sette samurai, Hagakure. Ma oggi non vi parlerò di una delle più famose, ne di una delle più fedeli, oggi esploriamo un manga molto recente che decide di immergerci nel periodo Tokugawa in modo divertente e struggente allo stesso tempo: La Luna e l’Acciaio di Daruma Matsuura (10 volumi in corso).

Konosuke Ryudo è un samurai di basso rango che vive nel tardo periodo Edo, più precisamente durante l’era Tenpō (1830–1844), un’epoca segnata da crisi economiche e dal progressivo declino della classe guerriera. La sua vita è una continua umiliazione: è alla ricerca di un lavoro e nel suo villaggio nessuno lo rispetta. Come se non bastasse, fin da piccolo, si ritrova vittima di una maledizione inspiegabile che fa piegare e deformare ogni oggetto di metallo che entra in contatto con la sua pelle. Questo lo priva della possibilità di impugnare una katana per combattere, prendere un rasoio per tagliarsi i capelli nella tradizionale acconciatura Chonmage e persino di togliersi la vita secondo il codice d’onore dei samurai compiendo il cosiddetto Seppuku: un rituale in cui il condannato indossava un kimono bianco, mangiava il suo ultimo pasto e procedeva a pugnalarsi al ventre da sinistra verso destra, considerato il modo più onorevole di morire (dopo la morte in battaglia).

Dopo aver provocato alcuni uomini nel tentativo disperato di farsi uccidere per morire sotto la lama di una spada, Konosuke, grazie o per colpa della sua maledizione, fallisce venendo malmenato e gettato in mare, dove, in bilico tra vita e morte, ha la visione di una donna tanto enigmatica quanto splendida. Questa apparizione sembra quasi un miraggio, un sogno destinato a svanire con le onde, eppure, una volta tornato a casa, il destino gli riserva una sorpresa inattesa: ad attenderlo trova una lettera recapitata con tutti i crismi dell’ufficialità, contenente una formale proposta di matrimonio. Spaesato e senza vie di fuga, Konosuke si vede costretto ad accettare, ignaro che questo gesto segnerà l’inizio di una nuova fase della sua esistenza.

Da quel momento, la sua quotidianità cambia radicalmente. Al suo fianco compare Tsuki (che tradotto dal Giapponese significa proprio Luna), la donna misteriosa che sembra essere scesa dal cielo per legarsi indissolubilmente a lui. Ogni sua parola, ogni suo sguardo, lascia trapelare un enigma: chi è davvero Tsuki? È una moglie devota, un’illusione nata dalla disperazione, o forse una presenza ultraterrena? L’alone di mistero che la circonda diventa sempre più fitto, spingendo Konosuke a interrogarsi non solo sul suo legame con lei, ma anche sul senso stesso della sua vita e sul ruolo che il destino sembra avergli riservato.

I disegni molto sporchi dell’autrice, che enfatizzano le espressioni dei personaggi sia nei momenti più comici che in quelli più drammatici, generano una bellissima contrapposizione con le copertine dettagliatissime e magistralmente colorate di ogni volume. Il ritmo è incalzante e già da subito la voglia di sbrogliare la matassa di intrighi e misteri quasi ci costringe a continuare a leggere. Ogni tavola è travolgente e mescola il modo di fare goffo del nostro protagonista a scenari prettamente giapponesi, con alberi in fiore e templi nello sfondo. Nonostante l’ambientazione, i temi trattati risultano molto moderni e viene da chiedersi: farsi trascinare dagli eventi è davvero la soluzione migliore per sovrastare il karma cattivo?

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